Uno sguardo imparziale sulle vicende della vicina penisola.

Se si prova a ragionare senza trarre conclusioni affrettate, sulle linee guida della manovra finanziaria di recente approvata dall’attuale governo italiano, e su tutta una serie di provvedimenti in essa contenuti parecchio discussi su certa stampa locale che mi aspetterei essere più analitica e meno coinvolta. E ciò anche di recente con critiche che ritengo spesso fortuite ed aprioristiche se non addirittura complottistiche, in particolare sull’uso apparentemente indiscriminato del debito e sui presunti  effetti devastanti per l’economia e le future generazioni, adducendo addirittura che le proposte facciano parte di una strategia che mira a bruciare i risparmi degli italiani e a portare l’Italia al fallimento e uscire di conseguenza dall’Eurozona, si può asserire che:

1 – Quanto al reddito di cittadinanza, finanziato a deficit, i veri parametri determinanti per capire quanto il debito possa essere nocivo per una nazione, in questo caso l’Italia, sono 3 :

  1. a) destinatari del debito
  2. b) somma tra debito pubblico e privato
  3. c) nazionalità di chi detiene il debito

Il reddito di cittadinanza ha come destinatari i cittadini italiani. Aumenta il debito pubblico ma in parte diminuisce quello privato (aumentando il risparmio), ed è ragionevole pensare che una parte di esso possa essere finanziato dal sistema finanziario italiano stesso. Di fatto, il costo di questa misura per il sistema Paese sarà la spesa marginale per interessi , la quale sarà probabilmente più che compensata da alcuni decimali di crescita in più e dall’effetto di rafforzamento del sistema finanziario , nel caso in cui questo reddito si tramuti in maggiori depositi.

Ritengo che l’effetto complessivo per l’Italia comunque colpita da 40 anni di malgoverno che di fatto ha generato il debito esistente sia neutrale-moderatamente positivo.

L’utilizzo del debito se i fondi a disposizione vengono spesi adeguatamente con una visione di lungo termine accompagnata da efficaci misure, per innescare investimenti produttivi e non per sprechi,  genera potenziale crescita, e di conseguenza una manovra in deficit non dovrebbe essere un problema, anzi la ritengo un’opportunità di impulso all’economia e al lavoro.

2 – Quanto al fisco:

Riduzione imposte su Partite Iva, calcolata alla stregua di una flat tax al 15% al di sotto di un determinato tetto.

Anche in questo caso l’utilizzo della leva fiscale se ben gestita, e non solo per far cassa può essere uno strumento di generazione di reddito disponibile con conseguente aumento della spesa dei privati.

La manovra determinerà certamente una riduzione temporanea delle entrate, ma conferirà un buon impulso alle attività economiche in particolare per quelle aree più produttive del nord Italia.

In conclusione di effetti troppo drammatici non ne vedo.

C’è certamente un aumento/sforamento del deficit pubblico, ma ciò che di fatto conta è la somma di pubblico più privato, che sono due nomi diversi per la stessa cosa, cioè noi stessi.

Se vengono garantite etica, socialità e lavoro, non è l’utilizzo di una leva piuttosto che un’altra a dover creare allarmismi bensì come  vengono impiegate le disponibilità aggiuntive immesse nell’economia, e questo vale per tutti i paesi.

Il refrain continuo di dove si trovano i soldi è dunque retorico e frutto di un’opposizione che non ha poco di concreto da opporre.

L’attuale governo italiano se non altro a parole e al netto dei proclami d’uso, almeno in termini di politica economica sembra elaborare proposte sostenibili anche se migliorabili, nel rispetto dei criteri summenzionati, e dunque si dovrebbe lasciare più spazio alla pazienza e meno alla critica estemporanea mossa da pura ideologia ed attendere che il loro progetto economico prenda forma, facendo si che le manovre economiche vengano più accettate e meno criticate in futuro dall’Europa e non al contrario. E penso che anche il più sprovveduto dei politici abbia ormai chiaro in mente che l’abbandono dell’Eurozona sia sconsigliabile, Brexit docet.

In fondo dal nulla assoluto, in termini di proposte delle passate legislature possono, indipendentemente dall’area politica di provenienza, solo che nascere nuovi interessanti impulsi che andrebbero analizzati con la dovuta razionalità e buon senso, anche e soprattutto da quelle forze che si schierano all’opposizione.

Franco Marinotti

Share