Litro di benzina presto a 5 Franchi ?

Risposta all‘articolo di A. Geninazzi su Economando  23.1.2015 “Litro di benzina presto a 5 franchi ?”

http://www.gdp.ch/rubriche/economando/il-litro-di-benzina-presto-5-franchi-id58832.html

Nel suo commento del 23.01.2015 Angelo Geninazzi, responsabile Economiesuisse per la Svizzera italiana, esprime alcuni punti di critica all’iniziativa dei Verdi liberali “Imposta sull’energia invece dell’IVA”. Un’attenta lettura del testo dell’iniziativa permette però di comprendere come la paura delle sue “conseguenze deleterie ed assurde” sia totalmente infondata. Innanzitutto è necessario non perdere di vista il fatto che l’imposta sull’energia andrebbe a sostituire l’IVA, non rappresentando quindi un’imposta aggiuntiva per famiglie e imprese bensì solo un ribilanciamento dei prelievi fiscali.. Il bilancio per queste sarebbe nella maggior parte dei casi positivo. Anche nell scenario meno roseo non si avrebbe un carico fiscale maggiore, poiché un’economia domestica con un introito mensile di poco superiore ai 3’000 franchi vedrebbe aumentare le sue uscite di soli 13 franchi al mese. Questo senza adottare alcun tipo di cambiamento nel proprio comportamento.

Grazie a piccoli accorgimenti si può però facilmente diminuire il proprio consumo di energie non rinnovabili, riducendo al contempo le proprie spese. L’imposta sull’energia è quindi indubbiamente più equa rispetto all’IVA, poiché non colpisce i prodotti di prima necessità e permette alle singole economie domestiche ed imprese di stabilire l’impatto dell’imposta sul proprio bilancio: l’imposta può essere ridotta o addirittura evitata grazie ad un minore consumo di energie non rinnovabili. Le cifre riportate da Geninazzi non sono inoltre corrette, tant’è che perfino il Consiglio federale ha recentemente corretto il tiro. La tassa sulla benzina al momento della sua introduzione sarebbe quindi di 1.50 franchi, ovvero la metà di quanto ventilato dagli oppositori. Una seconda inesattezza nel testo di Geninazzi è rappresentata dall’impatto dell’imposta sulle imprese svizzere.

Esattamente come per l’IVA, i prodotti esportati sono esentati dall’imposta sull’energia, evitando quindi qualunque svantaggio competitivo. Al contrario, le nostre imprese ne escono rafforzate, poiché il pantagruelico onere burocratico derivante dall’IVA verrebbe a cadere interamente. Esse avrebbero

quindi più risorse da impiegare in investimenti. La produzione locale diventerebbe più vantaggiosa e sarebbe quindi incentivata, creando posti di lavoro e dando così uno slancio positivo all’intera economia svizzera e ticinese.

Ulteriori effetti in termini di benefici per il Ticino andranno nella direzione di un’accelerazione del processo di trasformazione per altro già in atto della mobilità, che porterà ad un miglioramento della qualità di vita generalizzato. Questo si tradurrà in un traffico meglio organizzato, con mezzi meno inquinanti e con una mobilità aziendale più attenta.

La svolta energetica, nonostante gli sforzi di Confederazione e OCSE, è ben lontana dall’essere raggiunta. Se davvero vogliamo preservare il nostro ambiente in modo duraturo ed equo, votiamo sì l’8 marzo all’iniziativa “Imposta sull’energia invece dell’IVA”.

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