‘I ticinesi non vogliono cambiare’ – La Regione Ticino 08/05/2015

*Riprendo un intervista fattami da Aldo Bertagni e pubblicata su ‘La Regione Ticino dell 8 maggio 2015.

di Aldo Bertagni

Sono rimasti fuori dal Gran Consiglio, che era l’obiettivo minimo. Però non demordono e rilanciano per le elezioni federali di ottobre.

Certo si aspettavano qualcosa in più di quel risicato 0,4% ricevuto dagli elettori per l’elezione del Gran Consiglio. Sono rimasti fuori con la ‘medaglia di cartone’: i più votati degli esclusi. Magra consolazione, ma Franco Marinotti , presidente dei Verdi liberali, non dispera. Anzi.

FM: «Non pensavo certo che avremmo conquistato quattro o cinque seggi. Magari uno sì. Ma va bene così, perché era pur sempre la prima volta».

AB: Non è che oggi sono tutti verdi e liberali, anche negli altri partiti?

FM: Questi valori, in Occidente, oggi non li contesta più nessuno…Sul liberalismo è così, non si discute. Sui temi ambientali, in verità, anche in questa circostanza abbiamo avuto dimostrazione che le promesse sono state tante e variegate, da tutti. Poi alla fine le cose rimarranno come sono. Per noi l’ambiente non è un tema da campagna elettorale, fa parte del nostro Dna. Come del resto il liberalismo. Io piuttosto girerei la frittata…

 

AB: La giri pure…

FM: Il vero problema, casomai, è che chiaramente il popolo ticinese ha deciso di non voler cambiare nulla. E non cambiare nulla significa continuare a dare mano libera ai partiti maggiori.

AB: Per quanto la Lega dei Ticinesi, con Zali, si è avvicinata ai vostri temi.

FM: Ma non c’è una visione. Non è stato fatto nulla! In generale, anche quando si parla del lavoro e dei frontalieri, occorre prendere atto che non sono problemi nati ieri. Mi viene in mente l’esempio delle Ferriere Cattaneo, azienda importante per il Canton Ticino che assume il 60 per cento di frontalieri. Il motivo? Senza questi ultimi, se ne vanno via; si trasferiscono nell’Est europeo. In questo campo non s’è fatto niente. Come per la mobilità e il territorio.

AB:Però i ticinesi non vogliono cambiare. Come si spiega a fronte di un disagio manifesto e diffuso?

FM: Perché si sono lasciati convincere da una campagna di marketing ben riuscita. Prenda la vicenda dei posteggi dei frontalieri a Mendrisio. Non sarà mica una soluzione per limitare il traffico motorizzato! Siamo convinti veramente che si risolvono così questi problemi? Però, va detto, l’hanno venduta bene e la gente ci ha creduto. Quella scelta tutt’al più è un inizio, ma il resto è fermo. Non c’è progettualità, manca la volontà di avere rapporti seri con Berna, con la Confederazione.

AB: Non crediamo, noi ticinesi, nei nostri mezzi?

FM: È proprio così. Ma viene spontanea anche una domanda: dov’erano tutti i partiti che oggi urlano contro la libera circolazione, il traffico caotico e via discorrendo? Non erano loro al governo? Questo mi lascia perplesso. Anzi, preoccupato a prescindere dal risultato elettorale del mio partito.

AB: Sta di fatto che altri argomenti non ‘bucano’ e soprattutto pochi hanno il coraggio di renderli pubblici. Come mai?

FM: Non voglio buttarla sul vittimismo, ma durante la campagna elettorale noi abbiamo avuto davvero poco spazio mediatico. A parte lodevoli eccezioni. Poi, certo, occorre essere presenti costantemente nel territorio. Anche se, me lo lasci dire, durante la campagna ho constatato nei media, come dire, una certa ‘pigrizia’… Dopodiché posso fare autocritica, dicendo che avremmo dovuto comunicare di più con i cittadini e pensare meno ai media. In ogni caso non considero disastroso il nostro risultato elettorale.

AB: E ora? Sarete in corsa anche per le elezioni federali?

FM: Certo, abbiamo già deciso che ci saremo. Faremo una lista.

AB: Con possibili congiunzioni?

FM: Stiamo valutando, ci stiamo pensando. Anche se è un po’ presto. In ogni caso senza preclusioni

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