“Comunicare la Città e il Cantone”

Articolo apparso sul portale Ticinotoday il 29 gennaio 2021

Un tema dibattuto e di attualità, è quello relativo a come impostare misure atte a stimolare l’economia del nostro Cantone e della nostra Città, al fine di creare i presupposti per la realizzazione di nuovi posti di lavoro, di aumento del gettito fiscale destinato alle casse comunali e cantonali e di rimpiazzo di quei comparti economici, che per disparati motivi non sono più strategici in termini reddituali, con nuove realtà imprenditoriali, e tutto ciò per un miglior finanziamento dell’economia reale.

Il Ticino, si dice, “… deve ritornare ad essere attrattivo sia in termini economici che fiscali, e dunque competitivo, e vanno implementate condizioni quadro per incentivare nuovi arrivi…”

Fino a qui tutti d’accordo.

È bene però farsi subito un’idea di quale tipologia di “residente” si voglia attrarre verso la Città o il Cantone, quali benefici e opportunità si voglia offrire per stimolare la scelta di venire a risiedere da noi, e come si intende comunicarlo in termini promozionali e di vantaggi acquisiti, ovvero di peculiarità, originalità del territorio, in altre parole cosa deve contenere la radiografia promozionale della Città e del Cantone al fine di “pilotarne” gli arrivi.

Partendo dal presupposto che non tutto quel che luccica è oro, io penso che la strada da percorre non sia necessariamente quella di attrarre i grandi patrimoni perlopiù finanziari e improduttivi per la nostra realtà, in mano a pochi multimiliardari, ma sia invece quella di attrarre capitali di rischio che finanzino in particolare l’economia reale,  provenienti da imprenditori che intendono integrarsi nel sistema produttivo locale, e producano prodotti sostenibili, che creino forti specificità ed eccellenze locali e servano al nostro benessere e alla crescita economica stabile e futura del nostro territorio, cittadino e cantonale.

Non ho nulla ovviamente da eccepire nei confronti dei grandi patrimoni, ma ritengo, e di esperienza in tal senso ne abbiamo fatta, che gli stessi sono assai spesso di carattere puramente finanziario e parcheggiati a scopi speculativi personali presso qualche banca, non necessariamente locale, pronti non essendo capitali di rischio, ad essere dirottati velocemente laddove  vengono loro offerte condizioni fiscali migliori, ed in un mondo globale, ciò è molto facile che succeda più o meno spesso, e in seguito alla loro dipartita non resta purtroppo nulla.

Da qui ne consegue che le strategie comunicative devono, a seconda delle visioni progettuali che si hanno, essere predisposte in modo tale da raggiungere le specifiche categorie di persone che si è deciso voler attrarre e a parer mio le due tipologie di “investitori” sopramenzionate non reagiscono allo stesso modo agli input proposti.

L’imprenditore sarà certamente attratto non solo dalla fiscalità, ma dai programmi di incentivazione, dalle infrastrutture sul territorio presenti e pianificate, non solo inerenti alla produzione, ma di mobilità e raggiungibilità in genere, dal livello di burocrazia, dalla solidità politica e dall’efficienza dell’amministrazione pubblica, dalla certezza del diritto, dai trattati internazionali, dai programmi di formazione, dalle normative sul lavoro, dalla facilità di reperire manodopera e così via.

È chiaro che quest’ultimo sarà probabilmente meno attratto per la sua decisione, da quella componente di “glamour” che si vuole in tutti i modi spesso erroneamente far risaltare e che per certi versi è fuorviante e da un’immagine poco edificante del nostro territorio.

Abbiamo del resto già le carte in regola su molti dei punti suddetti, attenzione non su tutti, ai quali si aggiunge una natura di incredibile bellezza e unicità, un clima più che clemente, una situazione direi idilliaca e una collocazione geografica invidiabile al centro di due grandi metropoli, senza dover promuovere a tutti i costi inutili ingredienti di ostentata ricchezza, che sono sì, in forma ridotta presenti sul territorio, ma che forse attraggono un altro tipo di facoltosi, che senza dubbio anche loro concorrono al nostro benessere, ma a mio avviso in modo per certi versi ridotto, che poco si inserisce nel contesto territoriale e meno di ampio respiro per dare una sicurezza futura al comparto economico ed alla collettività tutta.

Dobbiamo ancora lavorare parecchio, ma se non ci perdiamo strada facendo quella intrapresa è buona, e comunicare i vantaggi presenti nel nostro territorio derivanti da una visione liberale, etica, sociale e sostenibile della nostra economia certamente ci aiuta a stimolare interesse per Lugano ed il Canton Ticino e conferire il giusto valore alla nostra realtà.

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