Intervista a Silvio e Marietta Baviera

 

FABBRICA CULTURALE BAVIERA

LA GALLERIA

  • Il primo spazio è la galleria, nella quale trovano spazio mostre temporanee.

In futuro vorrei che la galleria sia in grado di generare reddito su tre livelli: con le eventuali vendite delle opere di volta in volta esposte, con l’antiquariato di libri d’arte e con l’apertura di un grotto.

L’idea è quella probabilmente di creare una fondazione nella quale inserire queste attività.

IL MUSEO

  • lo spazio principale è il museo, che in questo caso presenta uno spaccato della collezione, nella fattispecie di 71 artisti e artiste svizzeri, e la seguente sarà di artisti tedeschi ed in seguito ancora austriaci.

Non ho voluto dare una specifica valenza tematica per mantenere una certa vitalità nella presentazione. Un’esposizione che sia più varia possibile

  • nel terzo spazio, sempre museo, intendo mostrare blocchi di artisti, sempre parte della collezione, però con un concetto più “didattico” dal quale possa emergere chiaramente come i lavori si sono sviluppati nel corso degli anni

LA BIBLIOTECA

  • il quarto spazio è la biblioteca (ci sono ancora 250 casse in cantina) e l’archivio alfabetico e cronologico. Qui lo scopo è quello di creare una postazione di lavoro per chiunque volesse fare una ricerca o scrivere su un tema, partendo da una documentazione già esistente conseguente a ricerche da me già effettuate. Si chiama Fabbrica proprio perché l’enfasi principale è la produzione non solo di mostre ma anche di testi e tesi su temi particolari. Dunque non solamente un esercizio di conservazione ma soprattutto di produzione; qui si lavora. La biblioteca e l’archivio sono composti da “blocchi” unici che nessuna biblioteca possiede, e questo mi permette di essere estremamente concorrenziale perché cerco un pubblico specifico che viene a visitarci, e di conseguenza lo stesso deve necessariamente essere mosso da effettivi validi motivi per venire da noi.

IL TICINO

  • Ho forti legami con il Ticino, più di 40 anni in varie località, tra le quali anche Verscio.
  • A Cavigliano in una vecchia fabbrica ho creato una filiale della mia galleria di Zurigo
  • A Camorino ho lavorato ad un progetto molto simile a questo di Giornico. Mi definisco un “Museummacher” ovvero un ideatore di musei…
  • Mio padre aveva una casa di vacanze a Brione sopra Minusio e siamo stati sin da piccoli molto inseriti nella natura, perché ci portava a vedere le valli ed eravamo immersi nella flora e nella fauna, e questa è una delle ragioni per approdare a Giornico ad abitare, anche qui immersi nella natura..

 

LA CULTURA

  • La cultura è la seconda nascita dell’umanità, la seconda dote dell’uomo, un’apertura al mondo nell’intento e con la missione di evitare ogni forma di violenza, perché oggi l’umanità è intrisa di violenza e rischi latenti di guerre e terrore generalizzato che ben conosciamo e sperimentiamo. La cultura è un antidoto a questo stato di cose.

LA FABBRICA

  • La Fabbrica per noi deve fungere da centro polivalente e polifunzionale che trasmette e produce

cultura nel più ampio senso del termine, dialogando proattivamente e comunicando con la gente. In questo senso non siamo solo un museo o una galleria, ma anche e soprattutto un centro di produzione artistico culturale. Per me tutte le attività sono educative e in grado di modificare la società.

LA COLLEZIONE

  • La nostra collezione è essenzialmente congruente con i territori di lingua tedesca con eccezione della DDR, e è fornata da artisti e artiste sia tedeschi, che austriaci che svizzeri, ma anche ticinesi. Si è formata come conseguenza dei miei viaggi, per così dire a “cerchi concentrici”, iniziando da Zurigo e sviluppandosi in linea con i miei spostamenti, Amburgo poi Berlino ed altre città. I punti di forza della collezione sono la pittura figurativa, con l’uomo al centro dell’opera, e lo sviluppo di tematiche quali i conflitti generazionali e la lotta di genere.

L’ARCHIVIO

  • L’archivio è di 140 metri di lunghezza e predisposto in ordine alfabetico e cronologico. Iniziato nel 1977 allorquando iniziai con un progetto espositivo, con opere in formato DIN A4. Il progetto consisteva nel chiedere ad artisti di presentare ciascuno 5 lavori dei quali ne venivano esposti 3 e sostituite nel caso di vendita. La mostra ha viaggiato in 17 spazi anche all’estero, e più di 350 lavori sono stati venduti…un sogno!
  • Questi eventi vennero tutti documentati con un immenso lavoro di ricerca, e la pubblicazione di cataloghi. Ad ogni artista venne originariamente chiesto di scrivere da tre a sette righe sul loro lavoro, ma fu tutto così complesso da mettere insieme che alla fine decisi di produrre da solo l’intero lavoro, iniziando così a documentarmi, processo che di conseguenza ha fatto sì che si creasse questo archivio. Oggi l’archivio è in grado di fornire dall’85 al 95% della documentazione necessaria per qualsiasi progetto sul quale intendo o si intende ricercare o scrivere. Questo mi permette di essere totalmente indipendente, concetto portante di tutte le mie attività.
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