Imposta sull’energia invece dell’IVA

Imposta sull’energia: un vantaggio per l’economia, l’ambiente e la società

1.In sintesi

Poco più del 40% dell’energia elettrica prodotta oggi in Svizzera è composta da energia non rinnovabile, in gran parte uranio, e la quota di vettori fossili (petrolio, gas naturale e carbone) nel mix di consumo energetico globale è per contro pari a circa il 66%. Affinché uno spostamento dei consumi verso l’energia rinnovabile sia possibile, è indispensabile una modifica dei rap- porti di prezzo che sia economicamente e socialmente com- patibile tramite una riforma fiscale ecologica che riduca drasticamente il consumo di energia senza l’uso di provvedimenti coercitivi e senza diminuzione degli standards di vita.

L’iniziativa popolare federale lanciata dai Verdi Liberali, denominata “ imposta sull’energia invece dell’IVA ”[1], si propone di sostituire l’imposta sul valore aggiunto (di seguito IVA) con una nuova imposta sull’importazione e produzione di energie non rinnovabili di fonte energetica fossile e di uranio. L’iniziativa s’inserisce nel contesto di un’innovativa proposta di riforma fiscale ecologica quale strumento efficace e liberale volto a contribuire alla riduzione del consumo di energia in Svizzera. Parimenti l’iniziativa ha lo scopo di incentivare la produzione e l’utilizzo di energia rinnovabile. Un progetto, questo, che vede quale vantaggio competitivo decisivo per il raggiungimento degli obiettivi di strategia energetica 2050 l’applicazione di meccanismi d’incentivazione, ovvero di economia di mercato per accompagnare il processo di svolta energetica in alternativa ad un sistema improntato sulla promozione quale i sussidi statali diretti, sovvenzioni, contributi o deduzioni fiscali. Una proposta decisamente innovativa e strutturale che individua nella politica fiscale uno strumento non solo di mero tributo generalizzato per la copertura dei costi sostenuti dallo Sta- to, bensì il mezzo per elaborare una riforma (fiscale) ecologica globale adatta a facilitare ed accelerare il passaggio dall’energia fossile e nucleare a quella rinnovabile.

Al fine di raggiungere questi importanti obiettivi di politica ambientale, l’iniziativa si propone, con l’abolizione dell’IVA e la sua sostituzione con un’imposta ecologica, di più efficacemente indirizzare – a parità di gettito e dunque senza impatto sul bilancio dello Stato – il prelievo fiscale, andando così a tassare in modo mirato il solo consumo di energia non rinnovabile, diversamente da come oggi avviene nel caso dell’IVA che as- soggetta non solo i beni e servizi, ma indirettamente anche i fattori principali della produzione, quali il lavoro ed il capitale per via dell’indeducibilità dei loro costi intrinsechi[2], in modo da abbassare il consumo di energia ed ottenere degli effetti positivi sull’occupazione, ma non solo. Si ridurrà, di conseguenza, anche la dipendenza dall’estero, considerato che circa l’80% dei consumi di energia vengono coperti dall’importazione, con evidenti effetti positivi sull’economia del nostro Paese. Vi sarà pure una riduzione dei relativi rischi di approvvigionamento in termini di prezzi e disponibilità, oltre ad un aumento dell’occupazione come effetto di un sicuro incremento delle opportuni- tà d’investimento in ricerca e sviluppo di tecnologie, che ruotano attorno ai fattori di produzione dell’energia rinnovabile.

In sintesi, l’iniziativa popolare federale intende promuovere un consumo energetico responsabile mediante una riforma fiscale innovativa e concorrenziale, neutrale rispetto all’IVA sia in termini di gettito fiscale che, in conseguenza, di impatto sul bilancio dello Stato. Si vogliono inoltre porre le fondamenta per un’economia duratura basata sull’innovazione dalla quale potranno nascere grandi possibilità e indubbi vantaggi competitivi per la Svizzera, sia in termini di sviluppo sia di crescita sostenibile duratura di lungo periodo.

 

2. I presupposti fondamentali e gli effetti dell’abolizione dell’IVA

L’introduzione di un’imposta ecologica ha come effetto che le fonti di energia non rinnovabile diventino più care affinché più energia rinnovabile sia richiesta e prodotta, facilitando così una riduzione dei consumi. L’imposta ecologica deve per contro avere come presupposto essenziale quello di non determinare aggravi aggiuntivi sia in termini di carichi fiscali che di spesa pubblica globale. Un volume di gettito di circa 20 miliardi di franchi può essere ridistribuito solo con l’abolizione di un’altra forma d’imposizione che a livello federale significa IVA, imposta federale di- retta, contributi previdenziali dei datori di lavoro e dei lavoratori.

L’imposta sull’energia non rinnovabile ha quale presupposto impositivo, al pari dell’IVA, il consumo. Per questa ragione il passaggio da una all’altra forma impositiva non comporta effetti redistributivi sostanziali. L’abolizione dell’IVA è inoltre concettualmente più semplice ed efficace ai fini redistributivi rispetto ad altre forme di leve ridistributive sui premi di cassa malati o i contributi di previdenza sociale. Un ulteriore aspetto su cui poggia l’iniziativa di riforma fiscale “energia invece dell’I- VA” consiste nel fatto che l’abbandono dell’IVA non deve com- portare un freno all’economia in termini di carichi aggiuntivi sia per i cittadini che per le imprese. Inoltre si presuppone che l’iniziativa possa imprimere un notevole stimolo all’economia liberando l’innovazione e la produzione di valore dall’imposizione, fungendo così da motore agli investimenti verso settori economici innovativi e promettenti, con conseguente sviluppo di know-how locali, creazione di posti di lavoro e mantenimento dell’ attrattività e competitività della produzione svizzera. An- che sul fronte del potere d’acquisto l’abbandono dell’IVA non avrà effetti sostanziali. Infatti, per l’effetto della traslazione dei prezzi, i consumatori saranno effettivamente confrontati con un aumento dei prezzi sull’energia non rinnovabile, tuttavia numerosi beni e servizi di consumo, così come l’energia rinno- vabile, saranno per contro più vantaggiosi, perché, contraria- mente all’IVA, il carico fiscale potrà essere limitato attraverso il re-indirizzamento del consumo verso l’energia rinnovabile.

Anche per quanto concerne gran parte dell’industria il passaggio dall’IVA all’imposta ecologica comporta vantaggi finanziari poiché i costi energetici rappresentano solo una minima parte dei costi generali. Di conseguenza, il relativo maggior aggravio comporterà ad ogni modo uno spostamento dei consumi di energia verso le fonti rinnovabili. Ulteriori vantaggi economici si verificheranno in particolare per le medie e piccole aziende in termini di sgravi amministrativi dovuti all’abolizione dell’IVA.

Per contro, anche le entrate dello Stato non verranno ridotte a causa dell’abbandono dell’IVA, in quanto i ricavi totali genera- ti dalla nuova imposta energetica saranno dello stesso tenore degli attuali ricavi dell’IVA perché garantiti, ai sensi di una disposizione transitoria, dalla fissazione di un quoziente percentuale costante indicizzato inizialmente alla media degli ultimi cinque anni dei ricavi dell’IVA sul Prodotto Interno Lordo (di seguito PIL) nominale (cfr. Tabella 1) e, in seguito, attraverso dei meccanismi particolari che saranno spiegati nel successivo capitolo 3. Accorgimento essenziale questo per compensare nel tempo sia il minor consumo di energia non rinnovabile sia la riduzione della base imponibile della proposta nuova imposta sull’energia, causa dell’aumento dei prezzi e della miglior efficienza energetica.

 

3. Il carico fiscale complessivo in Svizzera resta identico: la riforma non incide sulle entrate fiscali dello Stato

3.1  La definizione di un gettito fiscale costante nella fase di transizione

Le disposizioni transitorie dell’iniziativa popolare federale pre- vedono che il gettito fiscale derivante dalla tassa sull’energia da raggiungere annualmente sia definito attraverso una quota fissa del PIL (quota fiscale costante). Le aliquote d’imposta del- la tassa sull’energia saranno periodicamente adattate in modo tale che venga raggiunta questa quota corretta di gettito.

La quota di gettito sarà calcolata percentualmente rapportando le entrate derivanti dall’IVA al PIL degli ultimi 5 anni prima del passaggio alla tassa sull’energia. La Tabella 1 mostra il conteggio supponendo che la riforma fosse stata messa in atto per l’inizio del 2012. Se per esempio l’IVA fosse stata sostituita dalla tassa sull’energia nel 2012, la quota fiscale costante am- monterebbe al 3.7%. Questo corrisponde circa ad un ottavo del gettito fiscale della Svizzera. In altre parole la riforma com- prende circa un ottavo delle entrate fiscali totali della Svizzera

3.2  Il calcolo periodico della tassa sull’energia

La tassa sull’energia sarà calcolata in percentuale sui chilo- wattora di energia primaria non rinnovabile consumati[3]. L’aliquota d’imposta sarà periodicamente definita sulla base del gettito fiscale che si vuole raggiungere (secondo la quota fiscale fissa) e del consumo nazionale di energia non rinnova- bile previsto.

La Tabella 2 (cfr. pagina precedente) illustra il calcolo attraverso una semplice simulazione. Supponiamo di voler calcolare l’aliquota d’imposta nel 2012. Per prima cosa il gettito fiscale desiderato va calcolato sulla base del PIL nominale atteso e l’aliquota fissa. Con un PIL previsto di 569 miliardi di franchi nel 2012 e un quoziente fiscale fisso del 3.7%, l’obiettivo di rendimento risulterebbe di 21 miliardi di franchi. In una seconda fase, a partire da un gettito fiscale desiderato e tenendo conto del consumo stimato di energia primaria non rinnovabile, la tassa viene calcolata in percentuale ai chilowattora di energia primaria consumata. Per un obiettivo di rendimento di 21 miliardi di franchi e un consumo stimato di energia non rinnovabile primaria pari a 900’000 terajoule[4], risulta un aggravio fiscale di 9 centesimi per chilowattora.

 

3.3  Il carico fiscale per ciascun carburante

Il prezzo della corrente generata attraverso energia nucleare sale a 27 centesimi per chilowattora. Infine il rincaro di ciascun carburante viene calcolato sulla base dell’efficienza (nel caso di energia nucleare) o del potere calorifico (per combustibili fossili e carburanti)[5].

Il carico fiscale di ciascun carburante con una tassa di 9 centesimi di franchi per chilowattora di energia primaria è visibile nella Tabella 3 sopra indicata.

3.4  La riscossione al momento dell’importazione

L’energia incorporata (cosiddetta “energia grigia”[6]) viene tassata al momento dell’importazione. Dal momento che in Svizzera non viene prodotta alcuna energia primaria non rinnovabile, la riscossione della tassa avviene al momento dell’importazione. In questo modo vengono tassati:

  • l’importazione di energia primaria e carburanti fossili;
  • l’importazione di uranio;
  • l’importazione di energia primaria e carburanti fossili;
  • l’importazione di uranio;
  • l’importazione di corrente elettrica prodotta attraverso carburanti fossili e uranio;
  • l’energia incorporata in merci importate.

La riscossione della tassa può avvenire soltanto alla frontiera. In questo modo le imprese saranno alleggerite dalla gestione dell’IVA, con evidente riduzione dei costi amministrativi.

 

4. Il rimborso della tassa sull’energia al momento dell’esportazione

In fase di esportazione la tassa sull’energia viene rimborsata. Il testo della riforma prevede esplicitamente la possibilità di tassare l’energia grigia. Infatti, si propone un nuovo capoverso 2 all’articolo 130 della Costituzione federale dal seguente tenore: “Al fine di evitare distorsioni considerevoli della concorrenza, la legge può prevedere un’imposta sull’energia grigia”.

La specifica tassazione dell’energia grigia ha senso soltanto nel caso dell’importazione. Infatti, l’energia grigia delle merci prodotte in Svizzera viene già tassata dall’ordinaria tassa sull’energia. Il testo della riforma prevede, inoltre, che l’imposta sull’energia sarà rimborsata al momento dell’esportazione. Ciò include pertanto il rimborso della tassa sull’energia grigia.

 

5. La tassa sull’energia: incentivi efficaci per il consumo di energia rinnovabile ed investimenti nell’efficienza energetica

5.1  I principi di base della tassa sull’energia

Il prelievo della tassa in fase d’importazione sgrava i produttori, specialmente le piccole-medie imprese. L’obiettivo dell’imposta sull’energia è quello di ridurre l’utilizzo di energia non rinnovabile durante il consumo e la produzione di beni e servizi. I principi di base sono qui di seguito sintetizzati:

  • viene tassata la quantità complessiva di energia non rinnovabile utilizzata dalle imprese durante la produzione, così come dagli abitanti durante il consumo;
  • il carico fiscale si applica direttamente al proprio consumo e indirettamente al consumo di energia grigia incorporata in beni e servizi acquistati;
  • l’imposta è riscossa per ogni chilowattora di energia primaria durante l’importazione e l’importo sarà rimborsato durante l’esportazione;
  • durante l’importazione di beni può essere riscossa un’imposta sull’energia grigia incorporata nel prodotto. Durante l’esportazione di merci avviene in modo analogo un rimborso della tassa sull’energia grigia in esse contenuta.

Come l’IVA, l’imposta sull’energia ha il vantaggio che i risparmi non sono tassati. Al contrario dell’IVA, tuttavia, la tassa grava su coloro che investono nell’energia non rinnovabile, compresa quella grigia.

 

5.2  I minori oneri per le imprese

Come l’IVA, la tassa sull’energia causa nel complesso un au- mento dei prezzi e quindi una diminuzione della domanda a livello macroeconomico. L’onere fiscale complessivo per l’economia resta – come già indicato – invariato. A differenza dell’IVA, però, soltanto una parte della tassa sull’energia pesa sulle imprese. Così, per esempio, la percentuale di consumo domestico all’interno di quello totale di energia (escluso il tra- sporto) ammonta a circa il 30%, di cui poco più della metà è consumo di energia non rinnovabile. Ciò significa che una parte sostanziale della nuova tassa sull’energia grava sul con- sumo diretto domestico. Ne consegue che, per effetto della riforma, il carico fiscale delle imprese in media diminuisce. Per effetto del minor carico fiscale, i prezzi dei beni di consumo, dei beni strumentali e dei servizi generalmente si abbassano e, di conseguenza, la loro richiesta aumenta.

 

5.3  Le variazioni di prezzo per i consumatori

I prezzi più alti dell’energia non rinnovabile vengono com- pensati con l’abolizione dell’IVA. La riforma fiscale ecologica si traduce per i consumatori in un cambiamento dei prezzi (relativi). Sui consumatori, infatti, graverà maggiormente la tassa sull’energia non rinnovabile. Tuttavia, eliminando l’IVA, beni e servizi, così come l’energia rinnovabile, saranno più a buon mercato. Il comportamento sostenibile sarà in questo modo premiato.

 

5.4  Un incentivo ad investire nell’efficienza energetica

Con l’imposta sull’energia le energie rinnovabili diventano maggiormente convenienti rispetto a quelle non rinnovabili. Produttori e consumatori possono quindi ridurre il loro carico fiscale attraverso un maggior consumo di energie rinnovabili. Inoltre, con la riforma finanziaria ecologica, gli investimenti e l’innovazione nell’efficienza energetica e nella sostituzione delle fonti energetiche non rinnovabili diventano finanziaria- mente interessanti per due motivi:

  • eliminando l’IVA il valore aggiunto ottenuto attraverso gli investimenti non sarà più tassato;
  • investendo nell’efficienza energetica ci saranno maggiori risparmi dovuti al minor consumo di energia;

    investendo nell’efficienza energetica ci saranno maggiori risparmi dovuti al minor consumo di energia;

    Con la riforma fiscale ecologica il rapporto tra ricavi marginali e costi marginali degli investimenti aumenta, soprattutto nel caso degli investimenti nel campo dell’efficienza energetica e quelli che puntano maggiormente sull’uso delle energie rinnovabili. Si presume pertanto che il passaggio dall’IVA alla tassa sull’energia abbia effetti positivi sugli investimenti in Svizzera.

     

    5.5  L’aumento della produzione di energia rinnovabile e la riduzione della dipendenza dall’estero

    Lo sgravio dell’energia rinnovabile fa sì che questa abbia un chiaro vantaggio competitivo e che la sua produzione sia stimolata. La domanda di energia rinnovabile crescerà e ci si può aspettare che l’energia rinnovabile prodotta in patria e all’estero, nonché quella consumata all’interno del Paese aumenti significativamente e velocemente. Insieme ad un’accresciuta efficienza energetica, la produzione di energia da fonti rinnovabili potrà diventare così elevata e non sarà più necessario sostituire le centrali nucleari svizzere in fase di spegnimento nei prossimi decenni con delle nuove.

    Il consumo ridotto di energia e la simultanea espansione della produzione di energia rinnovabile in patria e all’estero faranno sì che la Svizzera possa diventare sempre meno dipendente dall’importazione di petrolio e gas, rispettivamente che possa così evitare di esportare una quota significativa di ricchezza agli Stati che detengono il monopolio di petrolio e uranio.

     

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